Presso la Direzione regionale vigilfuoco delle Marche si è svolta una conferenza stampa avente come tema l’attività dei Nuclei Cinofili VVF delle Marche nel tragico scenario di Genova, a seguito del crollo di alcune campate del ponte Morandi.

Ha presieduto la conferenza l’ing. Pierpaolo Patrizietti, Comandante VVF di Macerata ed attualmente facente funzione del Direttore regionale, assente per ferie.

Sempre da parte dei vigili del fuoco, erano presenti l’arch. Giuseppe Del Brocco, dirigente addetto alla Direzione, il Capo Reparto, responsabile VVF della Comunicazione in Emergenza e tre operatori cinofili, tra i cinque che hanno operato nello scenario di Genova.

L’ing. Patrizietti ha introdotto la comunicazione chiarendo i motivi per cui in zone relativamente lontane dalla nostra regione sono stati coinvolti operatori marchigiani: il motivo, essenzialmente e come sempre, risiede nel fatto che tanto più, in un dato scenario, sono coinvolti reparti specializzati del Corpo nazionale, tanto più detti reparti (come avviene per le altre amministrazioni), proprio in ragione della loro alta specializzazione, sono evidentemente “rarefatti” nel territorio.

Perciò, se di questi “specialisti” se ne necessita una data quantità, che è tanto più grande quanto più è rilevante il fenomeno da gestire, appare chiaro che man mano si deve allargare il raggio geografico del prelievo.

Uno dei tre operatori ha illustrato brevemente il lavoro dei cani.

Di questi preziosi animali, in questo caso più che mai amici dell’uomo, vengono gestite alla massima potenza le loro principali caratteristiche, ossia l’elevato, naturale e ancestrale affiatamento con l’uomo e, naturalmente, il preziosissimo olfatto.

In sintesi, il cane è sostanzialmente addestrato ad abbaiare quando percepisce, nelle insidiose montagne di macerie di ogni tipo, gli “effluvi” rilasciati da un corpo umano ancora in vita.

Quando un animale segnala, appunto con un abbaio, la probabile presenza di una persona viva (perché ne percepisce l’effluvio), un secondo cane, precedentemente assente in quel punto, ne deve dare conferma: se ciò avviene, si è quasi certi della presenza di un vivo in quel settore, e naturalmente le operazioni di smassamento delle macerie vengono effettuate con la massima cautela, onde tentare in tutti i modi di portare in superficie, ed in sicurezza, quella persona. E questo, quasi sempre, usufruendo dei sommozzatori delle macerie, ossia delle specializzatissime squadre USAR VVF (Urban Serach and Rescue).

I cani, nel modo di operare descritto, riescono a perlustrare settori molto ampi dello scenario emergenziale, ed hanno l’insostituibile funzione di selezionare amplissimi settori del campo delle operazioni dove poter/dover operare in un modo piuttosto che in un altro.

Ma soprattutto fanno rapidamente concentrare gli sforzi sui “vivi”, onde salvarli, aspetto che notoriamente rappresenta la ragione stessa dell’esistenza dei Vigili del Fuoco.

Nello specifico, cioè nel tragico scenario del Morandi, purtroppo non ci sono state segnalazioni di questo tipo, e quindi ritrovamenti di persone vive: pur tuttavia, anche se non sono addestrati per il ritrovamento di persone decedute, i cani quando risalgono in superficie hanno degli atteggiamenti, diremmo, subliminali, che il conduttore (cioè l’operatore cinofilo) sa percepire.

Questo fatto, assieme ad altri indizi, fa indirizzare i colleghi verso la ricerca pietosa delle spoglie di una qualche persona deceduta situata in quel dato punto: tali eventi sono invece purtroppo occorsi, in quel di Genova.

L’addestramento dei cani e la simbiosi uomo/cane

Un secondo operatore ha invece illustrato brevemente come avviene l’addestramento degli animali.

Innanzi tutto viene fatta una veloce preselezione su razze statisticamente affidabili, sia per predisposizione al particolare tipo di apprendimento e sia per taglia, che deve essere media.

Pur non essendo escludibile a priori nessuna razza, quelle principali sono: Labrador, Golden Retriever, Border Collie e Pastore tedesco.

Poi, questi cani, assieme ai loro rispettivi conduttori frequentano una specifica scuola di addestramento a Volpino (TO).

Contrariamente a tutte le altre amministrazioni che usufruiscono dell’animale (Polizia, Carabinieri, Finanza), il conduttore del cane ne è anche il padrone, e questo aspetto facilita massimamente il raggiungimento di quella perfetta simbiosi che deve esserci tra uomo ed animale.

In questa scuola le coppie frequentano per circa 9 mesi un duro corso, durante il quale vi sono due rigorosi vagli teorico-pratici, che naturalmente devono essere brillantemente superati da entrambi i componenti della coppia.

L’attività dei cinofili delle Marche nello scenario del Morandi

A Genova, su 6 coppie VVF uomo/cane delle Marche sono accorse prima 3 e poi, in alternanza di servizio, 2: ora il lavoro dei cinofili, di tutti i cinofili, è terminato.

La Comunicazione in Emergenza

Dopo queste brevi illustrazioni dell’attività dei Nuclei Cinofili VVF, il Capo Reparto F.S. ha brevemente illustrato il ruolo istituzionale della Comunicazione vigilfuoco in Emergenza.

Tra le molte difficoltà insite in un corretto rapporto tra il Corpo nazionale e gli organi di informazione, ricordiamo due punti essenziali: la delicatezza e l’attenzione che si deve prestare nella divulgazione di ogni notizia, ragione per la quale il Ministero ha predisposto una speciale struttura operativa, specificatamente formata; il non apparire come singoli intervistati, ma come esponenti indifferenziati (ed autorizzati) del Corpo nazionale.

Finalmente i cani!

La comunicazione si è piacevolmente conclusa nel piazzale operativo della caserma di Ancona, con un diretto contatto con tre dei cani-vigili di ritorno dall’esperienza ligure.

Due Border ed un Pastore tedesco hanno così potuto giocare liberi e festosi con tutti i convenuti, giornalisti, fotografi, cineoperatori e vigili: tutti hanno potuto apprezzare la dolcezza, la giocosità ma anche la professionalità imprescindibile di questi nostri amici pelosi dal preziosissimo olfatto.

 

 

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