Cucinelli: “Questa parte di mondo è stata benedetta dal Creato ma dobbiamo tornare ad avere grandi ideali

 Uliassi: “Il Tartufo Bianco rende straordinario e emblematico qualsiasi piatto

“Siamo in una bella terra che ha un prodotto speciale. Questa parte di mondo è stata benedetta dal Creato ma dobbiamo tornare ad avere grandi ideali”.
Brunello Cucinelli, stilista famoso al mondo per l’omonimo brand e per  il suo capitalismo umanistico, è entrato a far parte del Grand’Ordine della Ruscella d’Oro. E’ stato il Sindaco Luca Lisi a conferirgli il prestigioso premio a Teatro Conti gremito di pubblico. Il Re mida del cashemere, autore del libro autobiografico “Il Sogno di Solomeo”, ha ipnotizzato il pubblico ripercorrendo la storia della sua vita, tra curiosità e aneddoti, di cui il simbolo è il sogno di Solomeo, appunto, il piccolo borgo in provincia di Perugia che si è trasformata in un’impresa umanistica.

In prima fila in platea ad ascoltare Cucinelli, gli amministratori locali, l’amico Piergiorgio Cariaggi della Cariaggi Spa di Cagli, il Sindaco di Urbino, Maurizio Gambini, il presidente del Consiglio del comune di Urbino, Elisabetta Foschi e il presidente di Confindustria Pesaro e Urbino Mauro Papalini. Un racconto straordinario ricco di riferimenti e citazioni da Sant’Agostino e San Francesco, passando per Pericle, Socrate e Marco Aurelio, affascinando, tra sorrisi e applausi, i ragazzi che sedevano a Teatro e ai quali Cucinelli si è rivolto più volte definendoli “Custodi del Creato: “Siate persone amabili, per bene e più idealisti e non offendete il prossimo altrimenti lo ucciderete. Coltivate il coraggio e la passione dei viaggi che vi apriranno al mondo senza avere paura. Ogni essere umano è diverso e merita che siate carini e geniali con lui così come con i vostri genitori”. Un’esperienza quella di Cucinelli che è stimolo per i tanti ragazzi impegnati a realizzare i propri sogni e ai quali si è raccomandato più volte: “Non perdete troppo tempo sui social ma guardate il cielo e fatevi ispirare dalle stelle”. Passaggi toccanti pieni di spiritualità ma anche di risate e divertimento come quando ha ricordato la sua infanzia trascorsa in povertà e i ricordi tra i banchi di scuola, tra affetti e tante marachelle. In questo lungo incontro, il manager del cashemere ha illustrato il metodo dono e profitto: “Noi italiani siamo i primi al mondo nel manufatto di alto livello. L’equilibrio economico è fondamentale per ogni azienda che deve porre le persone al primo posto. Gli uomini sono l’anima dell’impresa”. Alla domanda di un ragazzo su quale fosse il motivo per cu ha deciso di produrre cashemere, Cucinelli ha risposto: “perché immaginavo si potesse lasciare in eredità. Desideravo che fosse un manufatto italiano e che rappresentasse al meglio il made in Italy. Solo in Italia è forte il valore della relazione umana in cui credo così come all’universalismo del mondo. C’è bisogno di persone amabili, meno saccenti e arroganti, di dialogare ritrovando l’equilibrio anche con la preghiera che cura l’anima”.

Mauro Uliassi, tre stelle Michelin, già protagonista ad Acqualagna in un cooking show con un altro grande chef italiano, Massimo Bottura, è tornato nella Capitale del Tartufo per ricevere la Ruscella d’Oro. Abbiamo chiesto allo chef stellato:  Che differenza trova tra il tartufo bianco di Acqualgna e quello di Alba? Nessuna. E’ difficile distinguerli nella forma, nel profumo e nel sapore. Praticamente si equivalgono. Cosa le ispira il tartufo bianco? E’ un elemento con cui in cucina non si sbaglia mai. Non ha bisogno di grandi accostamenti poiché ha una grande forza aromatica che rende straordinario e emblematico qualsiasi piatto. Per esempio un’ ottima ricetta della cucina italiana è la tagliatella al burro con tartufo bianco. Entrerà a far parte del Grand’Ordine della Ruscella d’Oro. Felice di questo riconoscimento? Certo, è un onore sapere che altri ti seguono con tanta passione. Lo appenderà con le sue tre stelle Michelin? I premi ricevuti anche se li perdi rimangono nella storia. La fantastica ricetta che ha firmato al cooking show che storia ha? Sono i cappelletti di mia zia Elena, con cui ho vissuto e di cui custodisco gelosamente il ricordo: una donna in gamba con una rigida gestione della casa, molto autorevole e ligia alle tradizioni. Da lei ho imparato cosa significa una tavola apparecchiata con attenzione e con una certa meticolosità. A Natale, riuniva noi bambini a fare i suoi cappelletti e se non li chiudevi come usava fare, ci tirava dei gran scappellotti. Progetti per il futuro? Non penso mai al futuro ma mi concentro sul presente per poter vivere al meglio ciò che mi accade.

 

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