carabinieri image1Vittima della truffa del pacco. Credeva di aver acquistato 600 grammi di marjuana ma erano panini

I Carabinieri della radiomobile di Fano hanno tratto in arresto B.L. 28enne pakistano sorpreso con 1 etto di marjuana.

Il pusher era partito da Arezzo per rifornirsi di erba. Aveva un connazionale di riferimento ad Ancona il quale lo aveva messo in contatto con un marocchino che si “muoveva” nei dintorni della stazione ferroviaria.

Dopo una serrata trattativa erano giunti ad un accordo: 600 grammi di marijuana in cambio di 640 euro, ovviamente in contanti.

Conclusa la trattiva il pakistano era risalito sul treno in direzione Bologna per poi ridiscendere in direzione Arezzo. Durante il viaggio, però, incappa in un controllore che in assenza del biglietto lo fa scendere alla stazione di Fano.  L’uomo, a quel punto, in attesa del prossimo treno ha iniziato a bighellonare nei pressi della stazione ignaro del fatto che il luogo venga costantemente presidiato dalle forze di polizia. Difatti dopo poco ha catturato l’attenzione dei militari della radiomobile di Fano che lo hanno avvicinato. Il pakistano ha gettato lo zaino che aveva indosso e si è dato alla fuga. Uno dei militari ha recuperato subito la sacca e l’altro, dopo una breve rincorsa, ha placcato lo straniero ed a fatica è riuscito a mettergli le manette. Nelle fasi concitate dell’arresto è intervenuta a supporto dei carabinieri una pattuglia del locale commissariato grazie al pronto e stretto coordinamento delle centrali operative delle due forze di polizia.

Dallo zaino spunterà fuori un involucro perfettamente imballato del peso di circa 500 grammi che, da un primo saggio risultava contenere marjuana.

Condotto in caserma, dopo le formalità di rito, l’involucro è stato completamente aperto per effettuare le analisi ed il campionamento dello stupefacente.

A quel punto la sorpresa: dietro una coltre di marjuana si celava un involucro interno contenente 4 panini secchi. In pratica il marocchino aveva messo in atto la classica “truffa del pacco” alla Totò e Peppino.

Capito l’inganno il pakistano ricostruiva minuziosamente i contatti ed il percorso chiarendo perfettamente tutti i contorni della vicenda.

Tratto in arresto per detenzione ai fini di spaccio e resistenza a pubblico ufficiale, veniva trattenuto nelle celle di sicurezza. Il giorno successivo il giudice ha convalidato l’arresto e condannato l’uomo con rito direttissimo a 5 mesi e 10 giorni di carcere liberandolo immediatamente.

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