PERUGIA, 14 NOV – Avrebbero addestrato cani a combattere contro i cinghiali: per questo la Forestale ha denunciato per maltrattamento di animali sette persone, tra cui alcuni allevatori e proprietari di cani di razza Dogo argentino in Umbria (a Valtopina), in Lombardia e nelle Marche (una sfida è stata ripresa a Cagli). I denunciati registravano con telecamere e cellulari i combattimenti. Per gli organizzatori di combattimenti tra animali è prevista la reclusione da uno a tre anni e multe fino a 160 mila euro.

Il caso è naturalmente di interesse nazionale, interviene la Coldiretti:

Il caso dei combattimenti tra cani e cinghiali scoperto dagli uomini del Corpo forestale dello Stato apre l’ennesimo interrogativo sulla gestione della fauna selvatica, che sembra andare in tutte le direzione tranne quella dovuta, ovvero la difesa delle aziende agricole, mentre il numero fuori controllo degli ungulati continua a favorire comportamenti criminali. A sottolinearlo è la Coldiretti Pesaro Urbino nel commentare l’operazione che ha portato alla denuncia di sette persone, tra Marche, Umbria e Lombardia, accusati di addestrare cani di razza argentina facendoli combattere contro i cinghiali. Lunedì 17 novembre il presidente Tommaso Di Sante e il direttore Paolo De Cesare incontreranno a Pesaro il neopresidente della Provincia, Daniele Tagliolini, proprio per fare il punto della situazione sulle strategie messe in campo per ridurre la presenza dei selvatici e dei danni causati nelle campagne. “Il caso dei cinghiali usati per addestrare i cani da combattimento contribuisce a spiegare perché continui ad essere impossibile risolvere il problema della presenza dei selvatici sul nostro territorio – denuncia il presidente Di Sante -. La verità è che le campagne sono diventate un vero e proprio allevamento a cielo aperto di selvatici, un affare lucroso giocato sulla pelle degli agricoltori. I campi, quotidianamente devastati, fungono ormai da mangiatoia per i branchi di animali che alimentano il mercato della carne in nero e ora persino il giro di combattimenti tra animali”.

E sul tema è intervenuta anche l’onorevole Michela Brambilla:

“Benché mi occupi da decenni di tutela degli animali, riesce ancora a stupirmi il comportamento di alcuni delinquenti, capaci di barbarie difficili anche da descrivere: come le persone denunciate oggi dal Corpo forestale dello Stato nel corso di un’inchiesta di portata nazionale, coordinata dalla Procura di Urbino, arrivate al punto di organizzare combattimenti tra cinghiali e cani, filmando con macabra soddisfazione gli orribili spettacoli ed alimentando un business di indicibile crudeltà, fondato sulla pura sofferenza”.
Lo ha detto oggi, commentando la notizia dell’inchiesta, l’on. Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega Italiana Associazioni Diritti Animali e Ambiente. “Alla magistratura e al Corpo forestale – conclude l’ex ministro – vanno il plauso e la riconoscenza di tutti gli italiani che amano gli animali e sollecitano, per chi sarà riconosciuto colpevole, la punizione più severa prevista dalla legge”.

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