Paolo Tarsi @ roBOt 08Dopo lo Spectrum di New York presentato sabato 12 dicembre all’Aeroporto di Fano il nuovo lavoro del compositore Paolo Tarsi, uscito per Cramps/POPtraits e Rara Records, in un incontro con l’artista Maurizio Cesarini

Segnalato dalla rivista Rockerilla come “un album sorprendente e tra le opere migliori ascoltate quest’anno”, Furniture music for new primitives è il titolo del nuovo album del musicista e compositore Paolo Tarsi realizzato per la collana POPtraits Contemporary Music Collection della Cramps e l’etichetta Rara Records. Il disco è stato presentato in anteprima su Battiti di Radio Rai 3 lo scorso 5 febbraio, data in cui si è chiuso il centenario dalla nascita di William S. Burroughs. Il concept dell’album, infatti, ruota attorno al romanzo Le città della notte rossa (1981), punto di riferimento sul piano formale per costruire i capitoli di questo lavoro e primo volume tratto da The Red Night Trilogy (1981-87), la trilogia dello scrittore Beat che comprende anche Strade morte e Terre occidentali.

 Per il titolo l’album prende spunto in parte dalla traduzione in inglese di musique d’amaublement, l’espressione coniata da Erik Satie per definire l’ultima fase della sua produzione (letteralmente significa “musica da arredamento”, talvolta tradotta con “musica da tappezzeria”) anticipatrice concettualmente dell’ambient music di Brian Eno. Ma non solo. È al tempo stesso specchio e metafora di un mondo, quello in cui viviamo, completamente saturo di segnali e modi di comunicare, popolato da creature virtuali che sembrano muoversi come dei nuovi primitivi di fronte alle possibilità tecnologiche del XXI secolo.

 Registrato principalmente negli studi Pink House di Monsano (An), ma anche nel torinese (Recording Room Music), Milano (Terribile Studio), Rimini e Piacenza, il disco è una produzione dell’etichetta Rara Records – per cui sono usciti lavori di Ennio Morricone e l’ultima registrazione di Giulio Capiozzo, membro fondatore degli Area – che vede la luce in collaborazione con uno dei marchi più importanti della discografia italiana, la Cramps, inserendosi come secondo volume della collana POPtraits Contemporary Music Collection (l’uscita precedente vedeva protagonista nientemeno che Alvin Curran), mentre l’artwork è frutto della collaborazione con l’artista Luca Domeneghetti, il grande fotografo Roberto Masotti (Cramps, ECM) e il compositore, regista e artista visivo Roberto Paci Dalò (Kronos Quartet, Philip Jeck, Terry Riley, Scanner, Tenores di Bitti, Robert Lippok, Massive Attack, Almamegretta, David Moss) vincitore del prestigioso Premio Napoli 2015.

 Composto interamente da brani di Paolo Tarsi, l’album è un ritorno alle origini del minimalismo e vede dialogare tra loro musica contemporanea, rock sperimentale e improvvisazione in un percorso arricchito dalla presenza di tantissimi ospiti. A partire dai Junkfood, formazione math rock composta da Paolo Raineri (tromba) – nonché membro del progetto KOMARA con David Kollar e Pat Mastelotto dei King Crimson –, Michelangelo Vanni (chitarra elettrica), Simone Calderoni (basso) e Simone Cavina (percussioni), le cui geometrie sonore mutuate da free, avant jazz, elettronica, dark ambient e industrial rivivono nella loro interpretazione di Electric Sakuhin, tra echi di post-rock e sperimentazione contemporanea.

 Di particolare rilievo, poi, la partecipazione al progetto da parte di Paolo Tofani (Area – International POPular Group) che con la sua trikanta veena accompagna in Construction dans l’espace et le silence (ispirata a un’opera di Antoine Pevsner) la formazione d’archi Quartetto Maurice su interferenze elettroniche a cura di Roberto Paci Dalò (presente nel disco anche con il suo clarinetto basso), così come quella dell’organista jazz Gianni Giudici, qui al pianoforte elettrico, e del sassofonista d’avanguardia Michele Selva.

 Dedicato a Richard Wright dei Pink Floyd, Cluster #2 è stato scritto appositamente per il duo composto dall’ex Afterhours (e ora Der Maurer) Enrico Gabrielli – polistrumentista nei Calibro 35 e arrangiatore per Dente, Morgan, Vinicio Capossela – e Sebastiano De Gennaro, percussionista e ricercatore musicale in forza alle band di Luci della Centrale Elettrica e Baustelle, a cui si aggiunge la chitarra di Diego Donati. In the total animal soup of time è, invece, un cut-up musicale ispirato al poema Howl di Allen Ginsberg in cui sono riassemblati, punctus contra punctum, frammenti tematici tratti da I.G.Y. (What a Beautiful World) di Donald Fagen (Steely Dan) e dalle Variazioni Enigma di Edward Elgar. Altri omaggi sono rivolti a figure dell’arte contemporanea e del Novecento quali Paolo Cotani, Tullio Pericoli, Marco Tirelli e Roy Lichtenstein.

 E proprio un nuovo lavoro composto da Tarsi in ricordo dell’artista analitico Paolo Cotani (1940-2011) è stato presentato lo scorso 5 dicembre dal chitarrista Giacomo Baldelli allo Spectrum di New York City, in un concerto per chitarra elettrica sola dal titolo “MaybeInItaly” dedicato a brani di autori italiani. Lo Spectrum è una delle venue dedicate alla musica contemporanea, avanguardia e sperimentazione più famose della Grande Mela (ogni anno si contano almeno 300 concerti). Un luogo quasi di culto dove musicisti di fama mondiale si recano per eseguire in prima nuove opere, per avere un feedback dalla comunità musicale della città, che frequenta abitualmente questo spazio.

 Dopo lo Spectrum di New York il lavoro è stato presentato sabato 12 dicembre all’Aeroporto di Fano il nuovo lavoro del compositore Paolo Tarsi in un incontro con l’artista Maurizio Cesarini e la video-installazione “Erratum Musical” realizzata insieme a seguito dell’uscita per Trovarobato Parade del precedente album di Tarsi dal titolo “Dream in a landscape” (2015).

 

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