ntSabato 18 settembre, nel secondo dei quattro Incontri al femminile pensati e organizzati da De.Sidera (associazione di sessuologia e psicologia presieduta da Arianna Finocchi) – con il patrocinio del Comune di Fermignano e delle Commissione regionale per le Pari opportunità – Nadia Terranova ha raccontato di sé e del proprio romanzo Gli anni al contrario (Einaudi Stile Libero Big, 2015 – SUPER ET, 2016) confrontandosi con la vicepresidente Giorgia Giacani.

“Dietro la mia cortesia una selvaggia inospitalità” ammette Terranova mutuando Bufalino; parallelamente, del suo romanzo possiamo dire che sotto il velo di una narrazione pacata, di un raccontare piano e ordinato, si apre lo squarcio (lo “sguardo che inquieta”, lo sberleffo) della vita, con l’indicibile che si porta appresso. Gli anni al contrario è la storia d’amore di due giovani nella Messina degli anni Settanta. Aurora e Giovanni si incontrano nel 1977. Lei è figlia del “fascistissimo”, direttore del carcere cittadino, lui era stato un bambino difficile (da comprendere) e è diventato un ragazzo che si sottrae “più alle aspettative che alle regole”. Quando si conoscono sono iscritti a filosofia, sono attratti dalla politica e dalle opportunità offerte dallo studio (sebbene inteso e approcciato diversamente – per Aurora significa affrancamento e libertà, forse a tempo, da un destino di maestra già segnato, per Giovanni è l’occasione di elevarsi dal comunismo paterno “che odorava di sconfitta e fallimento”). Entrambi, questa fine decennio, la attraverseranno appieno, in ciò che ne diventerà paradigma: scontro generazionale, impegno, voglia di cambiare e salvare il mondo, la droga. Vivranno tutto immersi in quella sensazione continua e diffusa di inadeguatezza che non si scrolla mai di dosso chi cresce in provincia.
Aurora e Giovanni si innamoreranno, si sposeranno, avranno una figlia, si perderanno. Ma i loro dieci anni insieme, più che dagli eventi, resteranno segnati dal desiderio (parola che torna molto) e dalla definizione di sé (nella ferma volontà di “dimenticare ciascuno il proprio marchio di origine, il proprio cognome”), scontrandosi con la scoperta di chi si è e cosa si vuole (si sognava o temeva), in una consapevolezza che balugina dopo che tanto è accaduto e quando è ormai tristemente chiaro che le loro vite sono andate al contrario.

Nadia Terranova ha dovuto cercare per anni le parole per raccontare una storia che tutti volevano dimenticare. Ma non lei. Assieme a Aurora e Giovanni, nei loro anni al contrario, c’è Mara (la bimba concepita dopo pochi mesi, venuta al mondo con uno sguardo che è coscienza); c’è la sua “infanzia senza tempo” condivisa con (tanti) cari sconosciuti.

I prossimi appuntamenti della rassegna Incontri al femminile. Raccontare l’amore
(Sala Bramante, Fermignano, ore 18):

 

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