Diamo fondi direttamente alle imprese, no per facilitare prestiti che dovranno essere restituiti.

Il consigliere Mirco Carloni ha recentemente rievocato, con una proposta di legge, uno storico cavallo di battaglia del MoVimento 5 Stelle: il facilitare l’accesso al microcredito da parte delle piccole imprese, eliminando l’obbligatorietà di passare per il sistema dei Confidi prima di recarsi in banca per ottenere finanziamenti. Sono molto poche le regioni in Italia che hanno questo vincolo. Nel 2017 avevamo presentato una mozione in tal senso, bocciata dalla maggioranza. Che le banche tengano stretti i cordoni della borsa lesinando credito alle aziende, è purtroppo risaputo da molti anni, e che l’azione di garanzia fornita dal sistema dei Confidi possa essere utile per le imprese è a tutti chiaro, e proprio per questo motivo mi sono particolarmente sorpreso dell’avversità di molte associazioni di categoria ad eliminare l’obbligo del doppio passaggio Confidi-Banca per ottenere credito. Se il servizio erogato dai Confidi è realmente utile (come lo è), sarebbe del tutto ininfluente l’esistenza o meno dell’obbligo di avvalersi dei loro servizi, in quando le imprese vi farebbero ricorso spontaneamente, perciò non capisco perché temano la rimozione dell’obbligo. Ora, in regime di emergenza coronavirus, stiamo tutti cercando affannosamente di recuperare e riallocare fondi regionali per supportare le imprese ed i professionisti, così la Giunta ha deciso di destinare oltre 1 milione di euro a sostegno del settore agricolo: ad esempio sarà permesso agli agriturismo di consegnare cibi a domicilio (cosa già permessa ai ristoratori), si erogheranno fondi per i produttori di latte e gli allevatori (il mercato in questi giorni, a causa della contrazione dei consumi, sta spingendo al ribasso in maniera eccessiva il prezzo di questi prodotti), ci saranno incentivi per favorire la vendita a domicilio dei prodotti agricoli. Ma nella stessa legge ha proposto di finanziare i Confidi con fondi regionali che ammontano circa 4 milioni. Questi non sono fondi che entrano direttamente nelle tasche delle imprese, ma servono per favorire la richiesta di credito, in un momento in cui, per mancato fatturato ed entrate, le imprese hanno bisogno di un sussidio diretto e non di accedere facilmente ad un prestito, che prima o poi dovranno comunque restituire.

Per questo motivo sono contrario al fatto che la Giunta utilizzi in questo modo i 4 milioni, poiché ritengo che avrebbe potuto meglio utilizzarli per aiuti diretti ed immediatamente concretizzabili da parte delle imprese.

 

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