Il tema della riapertura della tratta Fano Urbino è stato da tempo oggetto di dibattito politico. In molti si adoperano per fantasiose soluzioni riguardanti il futuro di questo ex collegamento ferroviario, chiuso nel 1987.

Come +EUROPA PÙ, neocostituito gruppo territoriale di + EUROPA, chiediamo che venga utilizzato un metodo serio, razionale e scientifico, unico modo per ottenere crescita del territorio.
“Abbiamo letto con preoccupazione le dichiarazioni del neo assessore Baldelli, secondo cui è  auspicabile il ripristino del collegamento ferroviario realizzando una tratta turistica.
Ci chiediamo, se sia stata fatta una seria analisi costi/benefici? È davvero conveniente per il territorio rinunciare a 4 milioni e non realizzare il percorso ciclabile per aspettare altri anni il ripristino della tratta ferroviaria? Ad oggi ho sentito tante dichiarazioni a favore ma nessuna seria considerazione a supporto di questo scenario” dichiara la coordinatrice Cora Fattori.

Elenchiamo una serie di aspetti che riteniamo sia necessario considerare e che ad oggi non ci sembra siano stati adeguatamente analizzati:
COSTI_ Ricordiamo che la sola realizzazione della linea ferroviaria è stimata a circa 100 milioni, milione più milione meno, a questo aggiungiamo altri 30 milioni per elettrificata e, ovviamente, il  costo per la tenuta in esercizio del servizio turistico, che sarà molto alto a giudicare dai dati di  infrastrutture simili. Abbiamo da subito un costo/abitante dell’opera importante.
Le entrate stimate sarebbero presumibilmente molto basse, a meno di un incremento esponenziale del turismo da ferrovia, cosa non dimostrata e per molti addetti ai lavori di difficile realizzazione.
È stata paventata l’ipotesi di investire in questa infrastruttura i preziosi finanziamenti del Recovery Fund. Ricordiamo a tale proposito che questi sono finanziamenti eccezionali, che non vanno
sperperati e spesi a cuor leggero. I finanziamenti Europei che arriveranno sono una preziosa occasione che non ricapiterà, dobbiamo utilizzarli al meglio per un vero sviluppo economico, sociale ed imprenditoriale del territorio. Le nostre aziende hanno bisogno di infrastrutture digitali, di un piano serio che le guidi verso la transizione ambientale e non di un trenino giocattolo. Occorre
ricostruire un sistema imprenditoriale fortemente compromesso con la crisi del 2008 ed ulteriormente ferito dalla terribile pandemia del Covid-19.

Nasce quindi doverosa la domanda se sia mai stato stimato il rientro economico da eventuale indotto turistico, visto che una prima analisi non sembra sostenere le spese previste.
UTILITA’_ Una linea turistica può viaggiare a velocità ridotte, si stima il tempo di percorrenza FanoUrbino in 2 ore circa, escludendone così di logica l’utilizzo da parte di pendolari e studenti.
Anche il numero di tratte/giorno previste sarebbe assai limitato.
A questo si aggiunge il ripristino dei passaggi a livello, che renderebbe la viabilità delle aree attraversate molto problematica, basti pensare alla sola Calcinelli e al disagio che ne avrebbero i
suoi abitanti, ma tanti altri borghi ne sarebbero compromessi.
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AMBIENTE_ vista la limitatezza dell’utilizzo previsto per i cittadini, dato dal fatto di avere tempi lunghi e poche corse/giorno (come previsto da normativa), è presumibile che questi continueranno a spostarsi su gomma, così anche per le merci, perdendo un reale beneficio ambientale rispetto allo stato attuale.
Sarebbe a questo punto preferibile investire su sistemi alternativi come bus elettrici, una seggiovia sopra la ciclabile, le proposte che si stanno studiando sono tante, ed invitiamo a valutarle
seriamente al posto di fare grandi proclami per accontentare l’elettorato.
Lo spostamento su ferro è per noi assolutamente importante, a tale proposito rimandiamo alla proposta che Legambiente ha presentato con il suo dossier di 122 pagine al governo nazionale in
cui si auspica un incremento delle linee ferroviarie di lunga percorrenza, come quelle di collegamento tra le due coste (tirrenica e adriatica). Completamente diverso appare questo
collegamento.

OPPORTUNITÀ_ invitiamo infine a non perdere l’opportunità di realizzare un percorso ciclabile già finanziato con 4Mln di €. Un percorso ciclabile sarebbe da subito utilizzato, soprattutto grazie alle nuove e-bike che grande diffusione stanno avendo in questi ultimi anni, permettendo di sviluppare la mobilità dolce anche in territori collinari come i nostri. Un percorso ciclabile comporterebbe una spesa di realizzazione e gestione tale da essere facilmente ammortizzata anche in caso di successiva rimozione. Speriamo che l’amministrane regionale non ci porti a perdere altri anni, con una ex ferrovia lasciata all’abbandono e inutilizzabile.

La Regione Marche ha investito molto sul cicloturismo, rendendo i 4Mln ben spesi e no sprecati. Un percorso ciclabile rientrerebbe pienamente in una serie di azioni portate avanti negli ultimi 10 anni. Progetti come Marche Outodoar, che disegna una serie di percorsi capaci di collegare costa ed entroterra, i finanziamenti del GAL Flaminia Cesano, per incentivare la mobilità dolce attraverso il finanziamento di infrastrutture ciclabili per il turismo e per gli abitanti dei borghi, che comprendono anche finanziamento alle imprese private che si vogliono strutturare per implementare i servizi legati al cicloturismo.
Riteniamo che sia gravissimo che un assessore regionale ignori o voglia ignorare il percorso di  investimenti e di crescita su questo settore.
Come + EUROPA PÙ non siamo convinti dall’idea di riprestare la ferrovia, turistica e non, ma siamo disposti a cambiare le nostre posizioni, serenamente e in modo aperto, ma solo a fronte di una seria analisi che risponda alle considerazioni appena presentate.
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