Le indagini svolte dalla Guardia di Finanza di Urbino sono scaturite dalla iniziale segnalazione del primo cittadino di un comune dell’area del Montefeltro il quale aveva provveduto ad informare prontamente la locale Procura della Repubblica del comportamento tenuto da un suo dipendente in relazione alla richiesta di inserire il suo p.c. privato tra le forniture di materiale
informatico destinate all’ente comunale.

Gli accertamenti, svolti sotto la direzione della Procura urbinate, hanno permesso di far emergere come il pubblico dipendente, dopo aver acquistato un personal computer per la sua abitazione presso la società incaricata di fornire assistenza e materiale informatico al Comune del quale era dipendente, abbia poi tentato di indurre il titolare della stessa ad inserire il suo vecchio computer, privo di alcun valore commerciale, tra le forniture da effettuare nei confronti del predetto ente comunale, a compensazione di quanto dovuto per il nuovo p.c. (del valore di € 700).

A fronte del rifiuto espresso dall’imprenditore, che anzi informava dell’accaduto il sindaco del comune in questione, è emerso come il pubblico dipendente si sia poi rivolto ad un’altra impresa locale che intratteneva rapporti economici con lo stesso comune (essendosi aggiudicata diversi lavori appaltati dall’ente) richiedendo ed ottenendo dal titolare della stessa che il computer da lui acquistato venisse fatturato dalla sua impresa alla ditta di informatica che glielo aveva fornito.

All’esito delle indagini eseguite, effettuate anche tramite intercettazioni telefoniche, i finanzieri di Urbino hanno quindi segnalato alla Procura della Repubblica feltresca il pubblico dipendente e l’imprenditore per il reato di “induzione indebita a dare o promettere utilità” cui all’art. 319 quater c.p. A seguito dell’emissione dell’avviso conclusione indagini l’imprenditore ha manifestato piena presa di coscienza della condotta antigiuridica tenuta ammettendo le proprie responsabilità e prodigandosi per porre in essere condotte risarcitorie in favore dell’ente comunale.

La Procura della Repubblica ha quindi provveduto a richiedere per quest’ultimo l’archiviazione degli atti (richiesta accolta dal GIP del Tribunale di Urbino) mentre nei confronti del funzionario pubblico è stata formulata richiesta di rinvio a giudizio per le due ipotesi di induzione indebita (una tentata e l’altra consumata) a lui contestate. I fatti sono stati segnalati altresì alla magistratura contabile in relazione alle dovute valutazioni in materia di danno erariale.

Nell’attuale contesto emergenziale, i presidi di vigilanza attivati dalla Guardia di Finanza confermano il ruolo fondamentale di Forza di Polizia economico finanziaria costantemente impegnata alla tutela dei cittadini onesti e al contrasto della corruzione e delle forme più insidiose di illegalità.

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