Durante l’ultimo Consiglio comunale del 20 aprile, l’amministrazione comunale di Fermignano ha votato all’unanimità la modifica al piano regolatore generale che riconoscere allo stabile in via G. Donizetti n.3/C, di proprietà dell’Associazione Culturale Islamica di Fermignano, lo status di luogo di culto a tutti gli effetti.

E’ la prima Moschea della Provincia di Pesaro Urbino, detta Moschea Al Nour, che significa Luce. Uno stabile composto di due piani, di ampia metratura ed un grande parcheggio sottostante. La nuova Moschea offre anche corsi di lingua Araba, per ora sospesi causa pandemia, ed è aperta a chiunque abbia interesse a visitarla. L’attuale Associazione Culturale Islamica svolge una importante attività di beneficienza verso le famiglie bisognose del territorio, soprattutto durante il mese sacro per i musulmani, il Ramadan. Il Centro è sempre stato gestito con
grande capacità, collaborazione con l’amministrazione e apertura al dialogo inter-religioso.

Infatti, negli ultimi anni si sono tenuti diversi momenti di avvicinamento e confronto tra i diversi rappresentati dei culti del nostro territorio. Il dialogo inter-religioso è stato una delle chiavi di successo per un effettivo processo di inclusione sociale su cui l’amministrazione comunale ha fatto leva. “Abbiamo riconosciuto dignità e tutela ad uno stato di fatto che durava ormai da decenni. Il voto del Consiglio comunale all’unanimità da maggior riconoscenza ed importanza all’azione amministrativa”, spiega il Consigliere Othmane Yassine. “E’ stato un segnale di civiltà, non potevano non tenere conto della richiesta della comunità musulmana del nostro territorio – precisa il sindaco Emanuele Feduzi.

Il comune di Fermignano è stato altresì il primo in provincia a concedere spazi cimiteriali per le minoranze religiose durante il periodo della pandemia; questa azione di tutela e attenzione alle minoranze è stata fonte di ispirazione a diverse città Italiane”.

L’amministrazione fermignanese si è distinta negli anni anche grazie ad un continuo e prezioso confronto con l’Università di Urbino, con la rete internazionale per il dialogo nel Mediterraneo e il Ministero degli affari Esteri che le ha permesso di redigere la Carta dei Sindaci per l’Inclusione sociale, un vademecum di buone prassi che hanno la finalità di ausilio all’amministrazione pubblica per una effettiva politica per l’inclusione sociale.

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