Sono passati oltre due mesi da quando denunciavamo sulla stampa le criticità del nosocomio urbinate e la imminente perdita di figure mediche di primo piano. Le nostre parole si sono purtroppo rivelate profetiche e i timori di allora sono diventati realtà. Eravamo preoccupati per la probabile dipartita del primario di Ortopedia e oggi quel sospetto si è materializzato. Inoltre non è purtroppo l’unica figura dirigenziale a scegliere di lasciare Urbino infatti anche il responsabile del Blocco Operatorio dallo scorso 1° maggio non è più in forza al nostro ospedale, avendo anche lui deciso di lavorare in un’altra realtà. Stiamo aspettando l’imminente nomina del primario della Medicina d’Urgenza e già altri due decidono di non continuare la loro esperienza professionale nella nostra città. Per non parlare poi dell’annosa vicenda del primario di Medicina, ancora irrisolta e con i nostri amministratori locali che dopo otto mesi di governo amico in Regione non sono ancora riusciti a trovare una soluzione.

Alla Regione chiediamo di usare parole chiare e definitive sul ruolo che l’ospedale di Urbino deve ricoprire a livello provinciale. E’ una situazione che non può più essere rimandata e procrastinarla ulteriormente provocherebbe danni irrimediabili. Gambini e la Foschi devono farsi carico di pretendere un chiarimento dai vertici regionali. Questa situazione di incertezza ci rende sempre meno attrattivi agli occhi di coloro che dovrebbero decidere di lavorare nel nostro ospedale, e così alle difficoltà per sostituire chi sceglie di andarsene in altre strutture si aggiungono anche quelle di riuscire a convincere i vari professionisti che valga la pena crearsi una prospettiva professionale nel nostro nosocomio.

Altro aspetto molto grave, è che questa situazione di ambiguità sta’ penalizzando anche le numerose figure professionali che ancora abbiamo, e che proprio grazie alle loro capacità e all’abnegazione dimostrata pur tra mille difficoltà, riusciamo a garantire servizi efficienti e qualificati.

Come PD rivendichiamo con forza per l’ospedale di Urbino un ruolo di riferimento per un intero territorio interno e respingiamo ogni tentativo di ridimensionamento in nome di una riorganizzazione sanitaria provinciale che sembra non tenere conto delle tante criticità e peculiarità dei territori delle zone interne.

Se non si inverte subito questa tendenza, Urbino rischia un isolamento irreversibile del quale gli amministratori sia locali che regionali saranno chiamati a rispondere, e questa volta non avranno alibi da accampare. Lo scorso 11 marzo sulla stampa l’assessore Foschi dichiarava candidamente che per la sanità di Urbino c’erano difficoltà e che loro erano sempre presenti. Bene, appurato che siamo tutti d’accordo sull’esistenza di difficoltà, comincino a rendere visibile questa loro presenza agli occhi della regione. Noi come PD siamo sempre pronti ad appoggiare ogni tipo di battaglia comune in difesa dei diritti del nostro ospedale. E’ finito il tempo delle parole e gli errori di oggi li pagheremo duramente domani. Su questo come PD non faremo sconti a nessuno perché sulla salute dei cittadini non possono esistere mediazioni o ritardi.

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