(Roma, 15 marzo 2022) Un tir con circa 30 euro pallets, per oltre 20 tonnellate di generi di prima necessità, tra cui oltre la metà costituito da eccellenze marchigiane e dal resto d’Italia, vestiti e medicinali per un viaggio di circa 4.000 km tra andata e ritorno. Questo il carico che nei giorni scorsi è partito da Urbino alla volta di Černivci, città ucraina situata a circa 40 km dal confine romeno e moldavo, come contributo di solidarietà alle popolazioni colpite dal conflitto per cercare di arginare la crescente crisi umanitaria in Ucraina.

 

L’iniziativa è stata promossa da Slow Food Urbino e sostenuta dalla Fondazione UniVerde e SOS Terra Onlus. La delegazione di pace composta da Giulio Lonzi, fiduciario di Slow Food Urbino, Gianluca Carrabs, socio di Slow Food Urbino, e Giuseppe Di Duca, Direttore della Fondazione UniVerde e Presidente di SOS Terra Onlus, hanno personalmente recapitato, al seguito del tir partito dalla città marchigiana, i generi di prima necessità raccolti in soccorso ai profughi.

 

Grazie al filo diretto tra il fiduciario della condotta Slow Food di Urbino, Giulio Lonzi, con la deputata Svetlana Kaglianciuk della città di Černivci e Grigoriy Nahaienko, la delegazione di pace ha raggiunto la base umanitaria dell’omonima regione situata nell’Ucraina occidentale, venendo accolta da: Mikhail Yaroinich, Vice governatore regionale; Yana Brus, Deputata cittadina di Černivci e dagli ufficiali responsabili della locale base aiuti umanitari.

 

La delegazione ha avuto l’opportunità di visitare gli immobili messi a disposizione dall’imprenditore edile Ruslan Savchuk per ospitare i civili in fuga dalle zone calde del conflitto: attualmente sono circa 30.000 i rifugiati provenienti dall’est e accolti a Černivci. Una guerra che imperversa in piena Europa, basti considerare che il confine ucraino dista dall’Italia all’incirca quanto quello olandese.

 

Giulio Lonzi, fiduciario di Slow Food Urbino, ha dichiarato: “Slow Food è contro la guerra e a favore della pace, dei piaceri della condivisione e della tavola. Non potevamo rimanere inermi davanti alla follia distruttiva che questa nuova guerra sta producendo in piena Europa. Già dalla tarda serata di giovedì 24 febbraio scorso abbiamo iniziato una fitta corrispondenza con amici, parenti ed altri contatti ucraini, ci siamo subito mobilitati per attivare un canale umanitario, portando aiuti e viveri, in vista dell’arrivo di migliaia di rifugiati che stavano scappando dall’est del Paese”. Aggiungendo: “Grazie alla collaborazione dell’Amministrazione Comunale di Pergola, le Associazioni Pergolesi, Istituti d’istruzione urbinati, alla partecipazione di numerose aziende ed imprenditori del nostro territorio, all’adesione delle condotte Slow Food di Ancona e Conero, Terracina, Colline dell’Uffita e Taurasi, del Vesuvio e alla raccolta di donazioni economiche, in primis dalla Fondazione UniVerde e da SOS Terra Onlus, ma anche da tantissimi privati, enti e scuole, siamo riusciti in pochissimi giorni a riempire un tir di generi di prima necessità coprendo, inoltre, totalmente le spese di trasporto. Era il minimo che potevamo fare per alleviare, quanto più possibile, le sofferenze di chi ha dovuto abbandonare la propria casa ed affetti. Vent’anni fa sono stato accolto con affetto e amicizia da questo Paese e questo era il minimo che potessi fare”.

 

Gianluca Carrabs, socio di Slow Food Urbino, ha sottolineato: “Di questo viaggio porteremo con noi il sorriso di una bambina, dopo aver ricevuto il nostro dono, un uovo di cioccolata. L’abbiamo incontrata insieme a sua madre in Ucraina, appena al di là dal confine con la Romania, intente a fuggire dalla guerra. Un gesto semplice per noi ma che ha voluto dire tanto per lei. Proprio come il carico di beni di prima necessità che abbiamo consegnato al centro di smistamento aiuti umanitari di Černivci. Un paese in guerra lo si può immaginare dai film, ma vederlo di persona ti cambia la vita. I rifornimenti razionati, i sacchi di sabbia a protezione degli obiettivi strategici, le strade sbarrate, le file delle auto delle persone in fuga. L’incertezza la si legge negli occhi delle persone, così come il coraggio degli uomini pronti a combattere, costi quel che costi, mentre le loro donne si mettono in salvo. Abbiamo mantenuto un impegno, abbiamo portato un po’ di sollievo a chi ne aveva bisogno e continueremo a farlo, perché la cosa più bella nella vita e quando puoi dare a chi ha bisogno”.

 

Giuseppe Di Duca, Direttore della Fondazione UniVerde e Presidente di SOS Terra Onlus: “​La Fondazione UniVerde e il Presidente Alfonso Pecoraro Scanio sono storicamente impegnati nella tutela dell’ambiente e la promozione della pace. Anche in qualità di presidente di SOS Terra Onlus ho immediatamente accolto l’invito di Slow Food Urbino a sostenere questa missione umanitaria, partecipando personalmente. È stato un viaggio estenuante e ricco di emozioni. Abbiamo visitato la base aiuti umanitari; case e uffici, tra i quali alcuni ancora in costruzione, riconvertiti in centri di prima accoglienza. Ho visto bambini che giocavano su file di materassi posti direttamente sui pavimenti, tra i pochi effetti personali recuperati durante la fuga e sparsi qua e là. Ho visto sguardi smarriti e percepito un dolore profondo ma anche la straordinaria dignità dei nostri fratelli e sorelle ucraini. Come se non bastasse sono rimasto turbato anche nel vedere grandi quantità di amianto un po’ ovunque e il paesaggio preparato all’imminente arrivo della guerra anche in quella regione. Continueremo a sostenere il popolo Ucraino e lavorare per far tornare la pace. Slava Ukraini!”.

 

Insieme alla delegazione di pace ha viaggiato anche Rolando Zoppi, telecineoperatore della Video Smile, che ha documentato con diverse ore di girato, la missione umanitaria.

 

Il tir di aiuti umanitari è stato condotto lungo la tratta Urbino-Černivci da Vadym Proskurnia che in 72 ore ha percorso 2.000 km. 32 anni, da 7 anni impiegato come autista nella ditta ucraina di autostrasporti TOV “Ostvint-Transport ” di Dnipro Uralska, Vadym ha tratto in salvo la moglie e i figli ora a Verona, continuando ad impegnarsi personalmente nell’aiuto umanitario guidando gratuitamente i convogli nelle zone di guerra.

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