URBINO – “Credo che il cosiddetto “mondo sviluppato” dovrebbe investire nel pensiero per trovare soluzioni capaci di aiutare le regioni del Sud”.  Sono le parole usate dal premio Nobel per la Chimica Ada Yonath, in Italia per partecipare al 58° Congresso Nazionale della Società Italiana di Biochimica e Biologia Molecolare ospitato dall’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo e che si è appena concluso. A margine del meeting, a cui sono intervenute alcune tra le voci più autorevoli impegnate nella ricerca biochimica, la scienziata israeliana, nota per aver determinato la struttura e la funzione dei ribosomi, ha aggiunto anche una considerazione sul fenomeno immigrazione, proprio in questi giorni di forte dibattito.

“Accogliere coloro che fuggono è molto bello, è molto umano e deve essere fatto. Ma non è la risposta al problema. 100 mila, 200 mila rifugiati – ha spiegato – sono tantissimi. Ma sono niente rispetto ai milioni di persone che rimangono a soffrire nella loro terra. Dobbiamo fare molto di più per questi popoli, ciò che facciamo non è abbastanza”.

Yonath, tra le poche donne a ricevere il Nobel, è particolarmente sensibile al tema. Nata a Gerusalemme nel 1939 proviene infatti da una famiglia di sionisti migrati nel 1933 dalla Polonia nella città che sarebbe divenuta capitale del nuovo Stato di Israele.

L’Università di Urbino, che nel corso della giornata inaugurale del Congresso le ha conferito per mano del rettore Vilberto Stocchi il Sigillo di Ateneo, riporta sul proprio blog (all’indirizzo http://uniamo.uniurb.it/intervista-ada-yonath-sib2015-nobel-biochimica-uniamo-news/)  l’intervista integrale alla chimica.

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