LETTERA APERTA / IL DIRITTO DELLA SPERANZA

Alla fine si potrebbe dire, non facciamo morire una speranza. Una speranza nata ormai nel lontano 2000, un ventennio e all’inizio del nuovo secolo. L’Accademia di Belle Arti di Urbino progetta e chiede al Ministero la sperimentazione di un nuovo indirizzo denominato Progettazione Multimediale, il primo e, a quel tempo, unico in Italia dedicato al nuovo rapporto tra arti visive, web design, animazione e comunicazione. Un’intuizione felice che ha posto l’Accademia di Urbino all’avanguardia per una specializzazione ormai consolidata nel panorama dell’Alta Formazione con il nome di NTA (Nuove Tecnologie dell’Arte) nel triennio e Visual e Motion Design come biennio specialistico. Questo corso fin dal suo nascere ha dovuto fare i conti con l’esiguità degli spazi, che purtroppo sono sempre pochi per una Istituzione dove la ricerca laboratoriale è preponderante rispetto a quella teorica. Per tale ragione l’indirizzo ha avuto da sempre un numero chiuso e le immatricolazioni previste sono un massimo di trenta rispetto alle numerose richieste di ammissione, come anche quest’anno, provenienti da ogni parte d’Italia e del mondo. Il numero chiuso è anche un modo per rispettare gli studenti e le loro esigenze didattiche se si vogliono esprimere delle eccellenze.
In tema di eccellenze, la Scuola di Nuove Tecnologie può vantarne moltissime, ma una va ricordata ancora una volta perché talmente eclatante da risultare unica nel panorama dell’Alta Formazione: la creazione di un font di scrittura chiamato Titillium, un progetto didattico dell’Accademia di Urbino e distribuito da Google. Bene, questo font è stato acquisito dalla Nasa per la sua comunicazione web come dal Governo Italiano per la sua comunicazione istituzionale in rete e da tutti i ministeri. Un risultato senza confronti.
Questa premessa è necessaria poiché, dopo una prima richiesta di un laboratorio e successivamente perfino dell’intero immobile, l’ultima istanza della Provincia di restituzione degli spazi in uso nella Sede succursale dell’Accademia, come recita il verbale di consegna nel 2004, è di avere la disponibilità di spazi posti all’ultimo piano della sede di via del Cassero dove ci sono le 4 aule di NTA e il laboratorio di Fotografia, uno dei corsi più frequentati dell’Istituzione Urbinate. Un singolo piano che vede concentrati oltre agli iscritti all’indirizzo anche quelli frequentanti il laboratorio fotografico che superano abbondantemente i 200.
Tale richiesta, che comporterebbe comunque enormi disagi, è nata dopo che la stessa Accademia l’aveva proposta come una possibile soluzione praticabile in quanto non particolarmente gravata da invasive tecnologie laboratoriali ad eccezione di quelle di Fotografia. Inoltre, attraverso documenti inviati ufficialmente anche alla dirigenza del Liceo Baldi, l’Accademia segnalava che se ci fossero state delle proposte concrete sarebbero state attentamente valutate, come è avvenuto, ma in ogni caso sarebbe occorso del tempo per trovare una degna soluzione alla problematica.
Oggi, nel momento in cui continuano ad esprimersi ripetute segnalazioni di difficoltà da parte del Liceo, siamo qui a ribadire quanto ci dispiace per loro, ma non risponde al vero che l’Accademia e i suoi organi non abbiano cercato e proposto soluzioni. Segnaliamo che la nostra Istituzione è da sempre divisa in tre sedi e conosciamo bene le difficoltà anche se non abbiano mai fatto pesare su nessuno i disagi. Inoltre ribadiamo con fermezza che il Diritto allo studio per gli studenti dell’Accademia, ormai regolarmente iscritti, è inalienabile, soprattutto quando provengono da ogni dove. Una gravosa responsabilità che dovrebbe essere avvertita come fondamentale da tutti gli enti territoriali coinvolti. Ma l’interruzione di pubblico servizio che l’Accademia non può permettere che accada non è nulla di fronte all’interruzione della speranza che ha nutrito migliaia di studenti del corso di Nuove Tecnologie in questo ventennio. Una speranza che ha contribuito ad alimentare la reputazione dell’eccellenza formativa urbinate e che sarebbe un vero delitto se oggi venisse percepita come un ostacolo e non una risorsa. Ancora una volta diciamo che se si offrissero degli spazi didatticamente idonei, la soluzione sarebbe a portata di mano La speranza, in fondo, ha bisogno sempre di coraggio, riconoscenza, lungimiranza e non di aule di tribunali.

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