I carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Fano durante i controlli all’uscita del casello autostradale dell’A24 reagiscono subito alla vista di un Audi a4 sw che a bassa velocità si avvicinava alla sbarra, poiché sembra essere il modello in assoluto preferito dalle bande di ladri di origine albanese, così i militari alzano la paletta intimando l’alt.

Alla guida, A.G. albanese,  42enne, residente a Tavullia, già conosciuto alle forze dell’ordine. L’intuizione dei militari si è rivelata corretta. Difatti dal controllo alla banca dati è emersa sul suo conto un ordinanza di custodia cautelare pendente emessa dal Tribunale di Rimini per reati inerenti gli stupefacenti.

La Polizia di Stato di Rimini il 9 giugno 2015 aveva eseguito 29 provvedimenti restrittivi nei confronti di soggetti italiani e stranieri ritenuti responsabili di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, spendita di banconote false, estorsione e porto abusivo di armi. L’operazione, denominata “Titano”, aveva permesso di sequestrare oltre un chilo di cocaina e 23mila euro di banconote false. Nel contesto dell’operazione era stato emesso un decreto di chiusura per 30 giorni dell’attività ex art. 100 Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza nei confronti di un noto locale notturno di Rimini utilizzato quale “piazza privilegiata” per l’attività di spaccio da parte della banda.

Nell’ordinanza si contestava ad A.G., l’abanese fermato dai Carabinieri, di aver organizzato l’importazione di 120 kg di Marjuana unitamente ad altri connazionali. Nel momento in cui i militari gli hanno notificato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere e lo hanno tratto in arresto, l’albanese si è dichiarato totalmente estraneo e vittima di un macroscopico errore giudiziario. Sul fatto che il giorno dopo l’operazione di polizia fosse precipitosamente scappato in Albania per fare ritorno solo recentemente, ha preferito glissare.

Ora si trova nel carcere di Pesaro a disposizione dell’autorità giudiziaria di Rimini.

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