La burocrazia è una bestia indomabile. Il TAR, Tribunale Amministrativo Regionale, si è espresso con un giudizio di sospensione sul referendum per la fusione di Pesaro con Mombaroccio e così salta, per analogia, anche la consultazione per Urbino-Tavoleto. Che qualcosa non abbia funzionato (in comunicazione e concertazione) tra le amministrazioni e la provincia (e la regione) pare evidente. D’altronde si era scelto, purtroppo, un percorso accidentato ma “snello” per arrivare alle fusioni.
Ma se c’erano dei dubbi sulla regolarità delle procedure molto probabilmente erano le stesse di inzio percorso, perché non si è fermato subito il procedimento? Perché in un primo momento si è dato luogo a procedere? Si sa che per le fusioni saltate o posticipate si perdono soldi e risorse, come fondi non erogati e come spese per la macchina referendaria. Per non parlare delle persone, pro e contro che non aspettavano altro che di dire la loro. 
 
Davvero è così difficile usare il buonsenso?
Per ora rimaniamo tutti fermi lì, con gli occhi sugli scatoloni chiusi, all’ultima curva. 
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