Finalmente gli studenti dell’Università Carlo Bo e l’amministrazione di Urbino hanno dialogato. Ma nemmeno in questo caso incontrarsi  è stato semplice, a partire dalla scelta del luogo: il “palazzo” (Sala Raffaello) per il sindaco, la piazza per gli studenti.

Ha ceduto in segno di distensione il sindaco, che – nonostante il parere contrario dei (pochi) residenti presenti – ha acconsentito all’uso di piazza della Repubblica, trasformata in vera agorà: disposizione in cerchio, diritto di parola a tutti, democraticamente, uno alla volta.

Evento epocale, si potrebbe titolare, perché le occasioni di dialogo pubblico e di confronto tra cittadini e studenti sono rarissime – quanto però poi si rivelano preziose per spuntare le armi degli uni contro gli altri. Ci sono stati episodi di insofferenza da una parte o di violenza (però non si generalizzi) dall’altra, ma l’urbinate non è contro lo studente e, viceversa, quando lo studente impara a conoscere “il residente” dismette i panni del conquistatore in terra straniera.

C’è un disagio e gli studenti lo hanno espresso; è forte e sacrosanto il desiderio di essere rispettati, come fruitori, attori, risorsa per la città, di non essere considerati solo un problema. La mancanza di spazi, la difficoltà di accesso ai pochi esistenti trasformano in risentimento le richieste disattese: La Data, Orto dell’Abbondanza, che più volte promessa non è ancora pronta (i finanziamenti per ultimare i lavori non sono stati sbloccati, sarà concessa attualmente in uso fino al nuovo inizio dei lavori); ma anche la piazza, dove riunirsi liberamente bevendo una birra senza sentirsi colpevolizzati.

Il sindaco ha ribadito l’impegno per risolvere i problemi, ma rimanendo fermo sulle proprie posizioni, e indietro non si torna. L’ordinanza contro il consumo di bevande alcoliche è diventata regolamento, che potrà essere revocato (o rivalutato) solo in futuro, solo se ci saranno segnali chiari di rispetto e senso civico. Per fare questo ci vuole la responsabilità e l’impegno di tutti: il primo passo è stato fatto.

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