Nei giorni scorsi, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Pesaro e Urbino hanno dato esecuzione a un’ordinanza di applicazione degli arresti domiciliari nei confronti di un rumeno di 37 anni, pregiudicato, perché responsabile del delitto di fabbricazione e detenzione di materiale esplodente.

I fatti si riferiscono al 10 giugno scorso, quando in un’abitazione di Vallefoglia, località Apsella, occupata da una coppia di rumeni, si verificava una fortissima esplosione che provocava danni all’immobile e nella quale rimaneva gravemente ferito un uomo, l’odierno indagato. Nell’occasione, i Carabinieri, intervenuti unitamente ai Vigili del Fuoco, accertavano che lo scoppio si era verificato nella mansarda dell’abitazione e che l’onda d’urto sprigionatasi aveva danneggiato quello stesso locale e provocato il crollo di una porzione di pignatte nella sottostante camera da letto occupata dai figli minori della coppia. Si stabiliva, inoltre, che, in quel momento, nell’abitazione era presente solo il soggetto oggi sottoposto a misura cautelare, parente dei proprietari, il quale stava certamente maneggiando delle sostanze di cui causava l’accidentale esplosione. Il ferito veniva quindi trasportato presso l’Ospedale di Ancona e, dopo le prime, urgenti cure, trasferito dapprima nel reparto di rianimazione, poi in quello di medicina d’urgenza dell’ospedale di Pesaro.

L’uomo riportava la completa asportazione delle mani, la perdita di un occhio, oltre ad altre gravi fratture a carico degli arti inferiori e del massiccio facciale, con netta riduzione dell’udito.

Le immediate e articolate indagini condotte dai Carabinieri del Nucleo Investigativo, coadiuvati dai colleghi della Compagnia di Pesaro, hanno consentito di accertare che il soggetto, approfittando della momentanea assenza dei suoi parenti, si era recato nella mansarda allo scopo di preparare un ordigno esplosivo a base di una sostanza che il R.I.S. di Roma ha accertato essere T.AT.P. (triperossido di acetone). Si tratta di un esplosivo ad elevatissimo potenziale realizzabile artigianalmente con sostanze facilmente reperibili in commercio. La pericolosità nel maneggio di questa sostanza risiede nell’estrema sensibilità
agli urti, alla frizione, alla fiamma e finanche alle temperature ambientali elevate. Il suo potenziale distruttivo e l’assenza di controindicazioni, quali la non infiammabilità, vede questo esplosivo sempre più frequentemente impiegato per la preparazione di ordigni artigianali per assalti agli sportelli bancomat.

 

Secondo le risultanze investigative fino a questo momento acquisite, l’indagato, giunto pochi giorni prima in Italia dalla Romania, stava realizzando, nell’abitazione di sua sorella, un ordigno artigianale da utilizzare, con ogni evidenza, per il danneggiamento di uno sportello bancomat. Ad aiutarlo vi era un altro soggetto, allo stato in corso di identificazione, il quale, dopo il gravissimo incidente, non solo lasciava in fin di vita il complice, ma prima di darsi alla fuga tentava di far sparire ogni traccia del misfatto.

A seguito delle recentissime dimissioni ospedaliere dell’indagato e del correlato concreto pericolo che il medesimo potesse sottrarsi alla giustizia italiana facendo rientro in patria, il GIP, su richiesta del Pubblico Ministero, ha applicato l’odierna misura cautelare degli arresti domiciliari. Nella mattinata odierna, presso il Tribunale di Pesaro, si è tenuto il prescritto interrogatorio di garanzia dell’indagato.

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