Sono una dozzina a Orciano le famiglia che a titolo precauzionale dovranno rimanere fuori casa dopo la frana che ha inghiottito una tratto della provinciale orcianese.
Solo quando i tecnici della protezione civile avranno completato gli accertamenti la situazione potrà dirsi tornata alla piena normalità. “Abbiamo trascorso una notte alla meno peggio – racconta una signora – abbiamo trovato ospitalità a Barchi ma la vita si fa dura quando in casa ci sono anche altri problemi di salute. Altrimenti tutto sarebbe più accettabile”. “E’ difficile la vita il sindaco – sbotta il primo cittadino Stefano Bacchiocchi visibilmente sconvolto dopo una notte insonne – poteva succedere chissà cosa. Il terrore ancora ce lo portiamo dentro”. Lo squarcio sulla provinciale, a duecento metri dalla sede comunale, al confine con le mura che reggono il centro abitato è spaventoso. Lungo una ventina di metri, profondo almeno quindici. Da incubo il costone scivolato a valle trascinando via tutto compresi alberi dalle grandi radici spazzati via come ruscelli.
I tecnici sono al lavoro senza sosta. Dopo il sopralluogo il presidente della Provincia Tagliolini ha commentato: “La situazione è grave e preoccupante è stato un fenomeno dalla portata impressionante”.  I geologi stanno mappando la frana, i tecnici hanno messo in sicurezza la voragine con teloni nel caso dovesse tornare a piovere. L’erogazione del gas e dell’acqua è tornata nella norma. Il traffico leggero che deve oltrepassare Orciano per San Giorgio di Pesaro e Piagge scorre lungo il corso cittadino per raggiungere, dopo un piccola discesa, l’orcianese lasciando alle spalle la voragine. Quello pesante è stato deviato alla volta di Mondavio per raggiungere San Michele al Fiume e potersi così immettere nella valle del Cesano. Sulle cause della voragine circolano ipotesi. Il terreno sottostante si sarebbe lentamente impregnato d’acqua forse per una perdita della condotta. Chissà da quanto tempo in atto. Fino a rimuovere il tutto poco dopo le 20 dell’altra sera quando le tenebre erano ormai scese fino a nascondere la reale portata di quello che era successo.
Il sindaco Bacchiocchi era arrivato da poco dopo aver lasciato con qualche minuto d’anticipo la seduta della giunta dei sindaci dell’Unione Roveresca. Quasi avesse avuto una sorta di presentimento che la sua presenza era indispensabile nel suo paese colpito ancora una volta da un evento traumatico.

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