Nel 2016 la preoccupazione del Sindaco Gambini era non far arrabbiare i cinghialai, così motivava la bocciatura di una nostra proposta per salvaguardare il raccolto ed i terreni dedicati alle culture biologiche, ci rispose che “poteva avere un risvolto anche positivo per certi versi…chiaramente non vi dico che cosa succederebbe tra i cacciatori, che sarebbe visto in modo estremamente negativo”.

Negli anni a seguire prendeva evidenza del problema e per limitare i danni creati dai cinghiali, che nel frattempo sconfinano anche nel centro abitato di Urbino, e qui c’è da chiedersi perchè il prosindaco Sgarbi si preoccupa dei cinghiali romani ma si volta dall’altra parte quando si tratta dei cinghiali della città che coamministra, Gambini decide di utilizzare lo strumento dell’ordinanza di abbattimento, e più volte ma con zero risultati, come da noi puntualmente previsto, poiché insisteva nell’affidarsi ai cinghialai, cioè a coloro che hanno creato il problema.

Non solo, arruolò perfino i vigili urbani, famosi per il loro reparto scelto di “cecchini dei torricini”. Insomma di tutto e di più, idee fantasiose (tanto i soldi sono dei cittadini) pur di non applicare una semplice, quanto riconosciuta fra gli esperti, tecnica: la cattura dei cinghiali con appositi recinti, proposta nel 2018 proprio da noi del Movimento 5 Stelle attraverso il nostro ex Consigliere regionale Fabbri; una proposta di legge regionale, poi accolta con la Delibera di Giunta regionale n. 645 del 2018, nel Piano di Controllo del Cinghiale. Tre anni persi pur di non ascoltare la nostra proposta e oggi veniamo a conoscenza che il Sindaco arruola una azienda di Grosseto proprio per, udite udite, catturare i cinghiali ! Stanziando la somma di 12.000 €. Come dichiarammo a suo tempo, il problema lo si affronta partendo e modificando le cause che lo hanno creato, e dare in gestione il territorio per troppo tempo ad una minoranza di cacciatori, di tale si tratta, che l’ha usato per propri interessi sia ludici che economici ha portato alla situazione fuori controllo a cui dobbiamo ora far fronte con esborsi monetari dell’intera collettività, motivo per cui proponemmo la tecnica della cattura con appositi recinti.

Pochi e agguerriti personaggi, che fanno male all’intero mondo venatorio, che utilizzano il malcostume della pasturazione o gli allevamenti illegali, prassi fuorilegge ma le cui sanzioni sono così ridicole che si continua a farlo e anzi da parte di molti sono considerate soltanto delle bravate ma, che nei fatti, creano seri danni economici: incidenti stradali, distruzione del prodotto agricolo e immissione sul mercato di carni che spesso fanno concorrenza sleale a chi questo lavoro lo fa per mestiere, costretto a sottostare a tutte le rigide regole di questo mercato.

Riportare la legalità in tutto questo malaffare è la cosa primaria, ed essenziale è la collaborazione della parte onesta del mondo venatorio e un approccio serio, che fino ad ora non c’è mai stato, da parte della politica che governa la Regione e i Comuni interessati da questo problema.

 

Movimento 5 Stelle Urbino

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