“Il nostro progetto di ciclabile a fianco dei binari è stato cestinato senza alcuna garanzia sul ripristino della ferrovia e si continua a raccontare la favola del treno commerciale”

“Nelle scorse settimane ho presentato una richiesta formale di accesso agli atti per verificare se la Regione ha ricevuto i risultati, compresi aggiornamenti, dati o qualsiasi altra informazione intermedia, sullo studio di fattibilità per il ripristino della linea ferroviaria Fano-Urbino.

La risposta ricevuta dagli uffici regionali è stata che ‘tale studio non è stato formalmente trasmesso alla Regione Marche’. Non è strano? Forse Rfi lo tiene nascosto e sepolto nei suoi cassetti? Il fatto che dopo quattro anni non sia stata comunicata neppure una riga in merito è quanto meno anomalo. La prassi vorrebbe che Rfi lo invii alla Regione, o quanto meno che l’amministrazione regionale ne solleciti la trasmissione, visto che ormai da anni esponenti dell’esecutivo hanno citano lo studio, assicurando l’esistenza materiale del documento.

Le ipotesi sono due, o la Regione non è più interessata allo studio perché non vuole dare seguito al progetto, o i risultati non sono quelli sperati, confermando tutte le nostre perplessità e preoccupazioni. Questo studio tecnico-economico è stato commissionato nel 2019 dal Ministero a Rfi e la sua conclusione era stata più volte annunciata, fino alla consegna ultima prevista nel maggio 2021. Già nella risposta alla mia ultima interrogazione, risalente a gennaio, era emerso che dopo quasi 4 anni lo studio non era ancora pronto, né c’erano certezze sulla data della sua disponibilità.

Questo studio è costato al Ministero 1 milione di euro, al quale si è aggiunto un ulteriore investimento della Regione di 350mila euro per chiedere a Rfi una verifica sul ripristino del traffico commerciale, oltre che quello turistico. La stessa immobilità si registra sul fronte delle risorse per l’eventuale riattivazione. Nel contratto di programma 2022-2026 tra Ministero e Rete ferrovie Italia non sono infatti previsti fondi per la Fano-Urbino, così come non ci sono impegni nel bilancio regionale. Come consigliere regionale, gli strumenti a mia disposizione per verificare i fatti sono le interrogazioni e le richieste di accesso agli atti. In entrambi i casi dello studio nessuna traccia. E nonostante tutto questo, si continua a raccontare la favola del ritorno della ferrovia, addirittura commerciale, sul vecchio tracciato. Di fatto, la Giunta regionale, senza alcuna garanzia sul ripristino e in assenza dello studio, ha cestinato in fretta e furia il progetto della ciclabile lungo i binari, scegliendo di investire in un tracciato di ciclovia tra Fano e Urbino più impattante e costoso.

Il precedente progetto aveva un costo ridotto e necessitava di pochi espropri, senza togliere porzioni di proprietà ai privati. Eravamo arrivati ad un passo dalla svolta con un’idea sostenibile, una pista ciclo-pedonale compatibile con l’attivazione di un eventuale treno turistico, o con un mezzo elettrico in grado di collegare Fano con la sua vallata, fino al centro di Urbino.

Resta la domanda legittima sulla ragione per cui a distanza di 4 anni Rete ferrovia Italia non abbia ancora trasmesso questo studio già finanziato da Ministero e Regione. Mi sorge il dubbio se la stessa Rfi non abbia più interesse alla riattivazione della linea ferroviaria per lo svantaggioso rapporto costi-benefici”.

Andrea Biancani (Pd), Vicepresidente Consiglio regionale

Pesaro, 21 settembre 2023

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